Viaggio alla scoperta dei Castelli della Loira (2024): quali vedere e cosa fare da Blois a Tours

Scritto da  Laura  in 

Un viaggio alla scoperta dei Castelli della Loira è un grande classico: sia da piccoli insieme ai genitori – come è capitato a me da adolescente – o nell’età più adulta. Un viaggio adatto a tutti: famiglie con bambini, coppie, solo traveller. E’ un’immersione nella bellezza per i luoghi, la natura e l’arte che caratterizzano tutta la Valle della Loira, dal 2000 diventata patrimonio dell’Umanità. Soprannominata la Valle dei Re per i 15 castelli che accoglie nel suo territorio è conosciuta anche come il Giardino di Francia per i terreni rigogliosi e la varietà di vini.

Castello di Chenonceau sulla Loira
Castello di Chenonceau sulla Loira

Una premessa: i castelli vi sorprenderanno per la magnificenza e l’estetica esterna mentre internamente sono stati tutti ricostruiti e restaurati, dagli arredi alle decorazioni. Non è rimasto nulla di originale dell’epoca perché a differenza della Reggia di Versailles, abitata stabilmente dalla corte, i Castelli della Loira erano luoghi di svago vissuti solo per qualche settimana l’anno dal re che traslocava da una residenza all’altra con tutto il suo seguito, un esercito di 10 mila persone, portando via ogni volta tutto.   

Un viaggio alla scoperta dei Castelli della Loira regala meraviglia e appagamento, è di facile organizzazione e per ogni tipo di budget. Quello che vi propongo è stato sponsorizzato dall’Ente del Turismo della Valle della Loira con Atout France Italia ed Air France. Un itinerario classico in 4 giorni e 5 notti con la visita a ben 8 castelli, cui si può affiancare un soggiorno a Parigi, all’inizio o alla fine del viaggio.

www.valdeloire-france.com

www.explorefrance.com

www.airfrance.com

Castelli della Loira - Castello di Chambord sulla Loira
Castello di Chambord sulla Loira

Prima tappa dei castelli della Loira: da Parigi a Blois

La Valle della Loira dista circa 200 km da Parigi. Si può raggiungere noleggiando un’auto all’aeroporto ma per evitare il grande traffico che avvolge tutta l’area metropolitana parigina è meglio prendere un treno. Arrivati a Charles de Gaulle con la RER B si raggiunge la Gare d’Austerlitz a Parigi da cui parte il treno in direzione di Blois (con cambio ad Orléans). A Blois si recupera la vettura a noleggio e si pernotta la prima notte.

Castelli della Loira - Veduta di Blois
Veduta di Blois

Il Castello di Blois era la residenza preferita dei re di Francia durante il Rinascimento, una costruzione articolata dal punto di vista architettonico perché contiene di fatto quattro castelli in uno, ciascuno con uno stile diverso, dall’epoca medievale al Rinascimento. E’ godibile nella sua complessità sin dal cortile dove campeggia la scalinata monumentale con le logge ispirate a quelle realizzate in Vaticano dal Bramante. Gli appartamenti reali sono stati interamente ricostruiti: il gabinetto privato di Francesco I e le stanze di Caterina de Medici ed Enrico III – dove il duca di Guisa fu assassinato nel 1588 – sono intrise di eventi importanti della storia di Francia.

Castelli della Loira - Interni Castello di Blois
Interni Castello di Blois

Il castello fu salvato dalla distruzione rivoluzionaria grazie alla sua assegnazione all’esercito. Fu sede di vari reggimenti militari fino al 1840, anno in cui è inserito tra i Monumenti storici di Francia. Molto intrigante la simbologia: sui bassorilievi si notano qua e là salamandre e un porcospino che rappresentano gli emblemi del re. Consiglio una visita guidata.

Videomapping sulla facciata del Castello di Blois
Videomapping sulla facciata del Castello di Blois

Nella stagione estiva ogni sera appena fa buio sulle quattro facciate del cortile si può assistere a uno spettacolo immersivo di suoni e luci in videomapping che racconta insieme alla storia del castello anche i più grandi episodi della storia di Francia.  www.chateaudeblois.fr

Fondation du doute a Blois
Fondation du doute a Blois

Non ripartite da Blois senza prima aver fatto un salto alla Fondation du Doute (Fondamento del dubbio), un museo atipico immaginato nel 2013 dall’artista Ben Vautier (1935-2024), morto suicida a giugno nella sua casa in Provenza (per pura coincidenza lo stesso giorno della mia visita alla fondazione) dopo aver perso la moglie poco tempo prima. Ben, così si faceva chiamare, è stato un teorico e divulgatore del movimento artistico Fluxus degli anni Sessanta.

Il museo di Blois è un luogo super instagrammabile sin dalla facciata chiamata Il muro delle parole, abbellita da centinaia di cartelli colorati o con sfondo nero e scritte bianche che contengono domande e aforismi. All’interno 1500 mq di spazi espositivi con opere permanenti acquisite nel corso degli anni (Joseph Beuys, George Maciunas, Yoko Ono, Ben Vautier) e mostre temporanee. Il movimento Fluxus (dal latino) rappresenta un network internazionale di artisti, compositori e designer conosciuti per aver mescolato diversi media e discipline artistiche in tutti i campi. www.fondationdudoute.fr

A Blois ho pernottato in una deliziosa maison d’hotes de charme, le Plessis immersa nel verde con piscina. La proprietaria Julia ha restaurato il bene di famiglia ma in tutti gli ambienti si respira ancora un’atmosfera di casa di campagna molto piacevole, La colazione viene servita su un tavolo sociale nella sala arredata con mobili d’epoca. www.leplessisblois.com

Per la cena segnalo Castelet: un piccolo bistrot gestito da due fratelli con specialità locali e tavoli anche all’aperto nel centro storico di Blois, proprio sotto il castello. www.le-castelet.fr

Il porcospino emblema del re
Il porcospino emblema del re

Seconda tappa dei Castelli della Loira: da Blois a Chaumont-sur-Loir

A 20 minuti di auto da Blois si arriva nella tenuta di Chaumont-sur-Loire, un paradiso di 50 ettari affacciato sul fiume. Chaumont-sur-Loire è un luogo speciale per l’architettura del castello, l’arte e i suoi giardini: il visitatore può vivere un’esperienza culturale globale.

A guidare da 15 anni la tenuta è Madame Colleu-Dumond – un passato professionale all’Ambasciata di Francia a Roma – che ha portato una visione utopistica e innovativa nella gestione di questo magnifico sito trasformandolo in un laboratorio a cielo aperto tutto l’anno e in continuo cambiamento.

La tenuta di Chaumont-Sur-Loire
La tenuta di Chaumont-Sur-Loire

Oltre all’esposizione di arte contemporanea nelle sale interne del Castello è possibile visitare gli splendidi giardini dove spiccano alcune opere permanenti mentre una parte del territorio è dedicata nel periodo estivo al Festival des Jardins con installazioni progettate da architetti e artisti del verde internazionali, una trentina ogni anno.

Festival des Jardins a Chaumont-Sur-Loire
Festival des Jardins a Chaumont-Sur-Loire

Il tema del 2024 è stato il giardino sorgente di vita. Un’immersione nel bello a 360 gradi da completare con l’esperienza gourmet nel ristorante-serra che propone specialità vegetariane dalle coreografie molto artistiche.

Festival des Jardins a Chaumont-Sur-Loire
Festival des Jardins a Chaumont-Sur-Loire

Il castello fu fondato intorno all’anno mille da Ottone I e nel 1465 incendiato per volere di Luigi XI. L’evoluzione architettonica ricopre un periodo che va da Caterina de’ Medici ai primi del Novecento. Caterina de’ Medici dopo avere acquistato il castello nel 1550 lo utilizzò come tenuta da caccia e sosta durante il tragitto tra Amboise e Blois. www.domaine-chaumont.fr

Hotel Le Bois des Chambres
Hotel Le Bois des Chambres

Consiglio di pernottare all’hotel Le Bois des Chambres all’interno della tenuta. Una vecchia fattoria ristrutturata in chiave contemporanea con stanze simili a chalet e un arredamento stiloso. Il letto sembra un’alcova nascosta da drappeggi. https://leboisdeschambres.fr/

La stanza del Bois des Chambres
La stanza del Bois des Chambres

Il ristorante dell’hotel, Le Grande Chaume, è coperto da un’enorme cupola di paglia che ricorda i padiglioni di un villaggio africano. Ideale per una cena d’atmosfera.

Terza tappa dei Castelli della Loira: i Castelli di Chambord, Amboise, Clos Lucé

A 35 chilometri da Chaumont s’incontra il Castello di Chambord, il più grande ed emblematico della Valle della Loira, l’unico di proprietà dello Stato e il secondo più visitato della Francia dopo Versailles. Un castello-cattedrale immerso in un parco di 54 chilometri quadrati (la tenuta forestale recintata più grande d’Europa). Chambord è un capolavoro monumentale d’architettura: apparso in sogno al giovane re Francesco I rispecchia il suo potere e lo spirito visionario rivolto al Rinascimento italiano.

Ricorda una fortezza medievale, con il bastione squadrato circondato da quattro torri, ma tutti gli elementi decorativi fanno riferimento al Rinascimento italiano, come la famosa scalinata a doppia elica e la salamandra, simbolo di Francesco I che compare 300 volte sulle pareti.

La scala a doppia rivoluzione rintracciabile anche negli appunti di Leonardo da Vinci consiste in due rampe di scale che salgono una sopra all’altra attorno un nucleo centrale vuoto: salendole ci si segue con lo sguardo ma non ci si incontra mai. Chambord è stato fondamentale per la protezione delle opere d’arte francesi nel secondo conflitto mondiale: divenne il magazzino principale e il luogo di smistamento delle opere nazionali.

Sui tetti del Castello di Chambord
Sui tetti del Castello di Chambord

I musei di Parigi temevano i bombardamenti tedeschi e il 28 agosto 1939 organizzarono un piano di fuga e salvataggio verso Chambord dando inizio al più grande trasferimento di dipinti della storia. Il castello venne sottoposto a un restauro concluso con l’inserimento nel patrimonio Unesco.

Imponente e immenso dall’esterno con l’affaccio sui giardini all’inglese, sobrio e frugale negli ambienti interni. Come tutti i castelli della Loira non era la residenza fissa di corte ma fungeva da sede di rappresentanza stagionale. Gli ambienti, non provvisti di riscaldamento, erano molto freddi e poco accoglienti. www.chambord.org/fr

Percorrendo la strada che costeggia la Loira dopo 50 chilometri si arriva al Castello di Amboise, residenza reale sotto Carlo VIII e Francesco I. Il suo splendore attirò per lunghi periodi l’intera corte e molti artisti e studiosi europei. Francesco I era un monarca illuminato appassionato di arte e scienza che riuscì a portare Leonardo da Vinci in Francia offrendogli protezione e mezzi economici. Il genio italiano oggi riposa nella Cappella di Saint Hubert  (la guglia in stile gotico sul tetto ricorda Notre Dame), appena riaperta dopo un restauro di due anni e mezzo.

Castello di Amboise
Castello di Amboise

La tomba è incassata nel pavimento, la lapide riporta semplicemente il nome di Leonardo da Vinci ed è adornata da un bassorilievo ovale in bronzo con l’effigie del genio. Nel 1863 furono ritrovati, poco lontano dalla cappella (dove oggi sorge un busto) i resti che consentirono di comporre e attribuire lo scheletro a Leonardo. https://www.chateau-amboise.com/

Il genio italiano aveva raggiunto la cittadina francese nel 1516 su richiesta di Francesco I che lo nominò primo pittore, architetto e ingegnere del re e lo ospitò nel vicino Castello di Clos Lucé con uno stipendio annuo di 1000 corone d’oro.

Una grande opportunità per l’artista visto che in Italia aveva problemi economici legati ai ritardi nella consegna delle opere commissionate. Leonardo morì ad Amboise  il 2 maggio del 1519 e vi fu sepolto con tutti gli onori.

Castello di Clos Lucé
Castello di Clos Lucé

Il Castello di Clos Lucé distante pochi minuti a piedi  è un elegante residenza in mattoni rosa e pietra di tufo dove Leonardo visse 3 anni dal 1516 fino alla morte avvenuta all’età di 67 anni. La leggenda narra che Francesco I corse al suo capezzale per assisterlo ma in realtà non fece in tempo perché impegnato a Parigi.

Leonardo si trasferì al Clos Lucé con il fedele e turbolento discepolo Gian Giacomo Caprotti detto il Salai, probabile suo amante, a cui lasciò in eredità La Gioconda, Sant’Anna e San Giovanni Battista poi rivenduti a Francesco I. Ecco perché questi capolavori appartengono di diritto allo stato francese. Durante il soggiorno ad Amboise Leonardo elabora nuovi progetti, ritocca più volte la Gioconda, si occupa di urbanistica e opere idrauliche. Realizza anche effetti speciali per le feste reali.

Lo studio di Leonardo da Vinci al Clos Lucé
Lo studio di Leonardo da Vinci al Clos Lucé

La visita al Clos Lucé è un’immersione nella quotidianità di Leonardo: tutti gli ambienti non sono originali ma fedelmente ricostruiti come la camera da letto dove visse e morì e il laboratorio di pittura, scultura e disegno.  La famiglia di François Saint Bris è proprietaria del castello da sette generazioni: dal 1954 la residenza è aperta al pubblico per le visite e propone anche un ventaglio di iniziative culturali, comprese mostre immersive dedicate a Leonardo.

Il castello è circondato da un rigoglioso giardino botanico, un museo a cielo aperto così come lo aveva immaginato l’artista. Un parco all’italiana con cespugli di rose monnalisa e piante (una trentina di specie) che compaiono nei suoi dipinti e disegni.

Nel laghetto è stato anche ricreato l’effetto dello sfumato tipico dei ritratti con bocchettoni di acqua nebulizzata. Lungo la passeggiata nel parco si incontrano una ventina di riproduzioni di progetti dal ponte di legno a due piani a quello immaginato per l’antica Costantinopoli sul Bosforo.  https://vinci-closluce.com/

Il parco di Leonardo da Vinci al Clos Lucé
Il parco di Leonardo da Vinci al Clos Lucé

Ho pernottato nel Domaine des Thomeaux a Mosnes, 10 chilometri da Amboise, un hotel Spa di charme con ristorante annesso. Consiglio di soggiornare nelle camere all’interno del corpo principale e non nelle dépendance. www.domainedesthomeaux.fr

Il Castello di Villandry
Il Castello di Villandry

Quarta tappa dei Castelli della Loira: i Castelli di Chenonceaux e Villandry

Da Mosnes in 20 minuti di auto si raggiunge  il Castello di Chenonceau, uno dei più maestosi della Valle della Loira, conosciuto come il Castello delle Dame e scelto da Chanel nel 2020 per una celebre sfilata della collezione Art et Metiers. Amato da Diane de Poitiers Caterina de’ Medici rappresenta l’eleganza dei castelli rinascimentali. 

Ogni angolo riflette l’impronta femminile. All’interno arredi, arazzi e opere d’arte di Correggio e Rubens. Dopo l’assassinio di Enrico III lutto e austerità calarono sul castello al punto che il sottotetto venne trasformato in convento.

Castello di Chenonceau
Castello di Chenonceau

Con la Rivoluzione francese Chenonceau divenne un salotto letterario. Il Castello si affaccia su un corso d’acqua nel quale si riflette ed è circondato da vari giardini (giardino di Diana, giardino di Caterina, Giardino verde, Giardino Russel Page, il labirinto). L’Atelier de Floral è un laboratorio di composizioni floreali che ornano le varie stanze del castello.

Sono vere e proprie opere d’arte realizzate ogni settimana da un maitre floral con fiori e piante locali. La visita al castello si può arricchire con una degustazione nella Cave de Domes, la cantina storica del 17esimo secolo che produce ottimi vini locali e poi un pranzo all’Orangerie, ristorante bistronomico 1 stella Michelin di recente apertura, molto luminoso e accogliente.  www.chenonceau.com

Proseguendo in auto per 55 chilometri si arriva al Castello di Villandry, un maniero che racchiude tutta l’arte di vivere alla francese: stile rinascimentale, stile francese del XVIII secolo, parco paesaggistico del XIX secolo. I sei giardini di Villandry spalmati su 7 ettari progettati dal proprietario Joachim Carvallo all’inizio del XX secolo, sono una creazione originale tra tradizione e innovazione.

Vi lavorano stabilmente 10 giardinieri. L’apertura del sito al pubblico è considerata una missione per la proprietà. Personalmente ho apprezzato di più i giardini degli interni del castello. Il parco è un paradiso della biodiversità: qui sono state identificate quasi 90 specie di uccelli e la proprietà è attenta alla conservazione della fauna e della flora. https://www.chateauvillandry.fr/

I giardini di Villandry
I giardini di Villandry

Quinta tappa dei Castelli della Loira: il Castello Azay-le Rideau, Tours e il rientro a Parigi

A soli 11 chilometri da Villandry si trova il borgo di Azay-le-Rideau con l’omonimo castello: un diamante tagliato a faccette dall’Indre, come lo descriveva Balzac citando il nome dello specchio d’acqua che riflette le forme raffinate e la grazia dell’architettura rinascimentale. Fu costruito all’inizio del 1500 sotto il regno di Francesco I. Le sue influenze italiane e fiamminghe si coniugano in un intreccio unico con l’edilizia francese, ma l’edificio raggiunse la perfezione architettonica nell’Ottocento.

Acquisito completamente vuoto dallo Stato francese nel 1905 è stato arredato con mobili provenienti da collezioni pubbliche tra cui il Museo del Louvre. Tra i castelli visitati è quello meno affollato forse perché lo abbiamo visto la mattina presto all’apertura dei cancelli. https://www.azay-le-rideau.fr/

Il Castello di Azay-le-Rideau
Il Castello di Azay-le-Rideau

Merita una bella passeggiata anche questo villaggio della Loira con le sue stradine e negozietti. Si può alloggiare a Le Grand Monarque, hotel del brand di charme Teritoria www.teritoria.com/it/  (distante 150 metri dal castello), un vecchio edificio del 18esimo secolo con stanze confortevoli e un’atmosfera autentica. www.legrandmonarque.com

Per la cena l’indirizzo di riferimento è l’Epine, anticamente una scuola, che propone ricette con prodotti locali accostati a ingredienti più esotici. Molto interessante la lista dei vini della Loira. https://www.restaurant-lepine.fr/

Ristorante l'Epine a Azay-le-Rideau
Ristorante l’Epine a Azay-le-Rideau

Azay-le Rideau può essere un’ottima base per visitare anche altri castelli. Dista solo 25 chilometri dalla stazione ferroviaria di Tours dove lasciare la vettura presa a noleggio e tornare in treno a Parigi fino alla stazione di Montparnasse. Da lì con la metro e poi la RER B si raggiunge agevolmente l’aeroporto Charles de Gaulle evitando così il traffico micidiale della periferia parigina.

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