Il Museo Boncompagni Ludovisi, dedicato alle arti decorative, al costume e alla moda dei secoli XIX e XX, è un’isola silenziosa nel caos del centro storico di Roma. Un luogo dove riscoprire la storia senza fare la fila nè il biglietto. Un’immersione in un passato da riscoprire, contaminato con il design e le installazioni artistiche contemporanee, spesso ospitate all’interno delle sue sale. Sin dall’atrio si possono ammirare le fini porcellane di manifattura italiana ma anche cinese e bavarese, sfoggiate per i ricevimenti.
Nella collezione del Museo Boncompagni Ludovisi, servizi pregiati firmati da case rinomate quali Rosenthal, Ginori, Felice Clerici fino alle porcellane di Meissen e quelle prodotte in Cina durante il periodo Ch’en Lung (1736-1796). Un’autentica “chicca” è la cosiddetta Sala della Culla, dedicata alla famiglia Savoia, il cui fulcro è rappresentato dalla culla dei principi reali, realizzata in bronzo, argento e oro nel 1901 per la nascita della primogenita Jolanda e commissionata dal Comune di Roma (fu poi acquistata dallo Stato nel 1995), inserita in una stanza rivestita di carta da parati dipinta con fini decorazioni esotiche di uccelli e alberi in fiore, di manifattura francese risalente al XIX secolo. Completano la stanza gli arredi del Museo Boncompagni Ludovisi in stile Luigi XV, un orologio da tavolo in legno intagliato di gusto rococò, il ritratto bronzeo della Regina Margherita e una serie di medaglie e di cammei dedicati ai Savoia.
Ma il Museo Boncompagni Ludovisi è soprattutto la residenza di una Principessa. Chi è Blanceflor Boncompagni Ludovisi de Bildt? Entrare nello splendido villino-museo che la principessa di origine svedese (ma nata a Siena nel 1891, figlia del barone Carl Bildt e di sua moglie Alexandra, nata Keiller) ha donato con disposizione testamentaria allo Stato italiano – e che oggi fa parte del Polo museale del Lazio – significa anche andare a caccia degli indizi per ricostruire la personalità di una donna dalla bellezza algida, ma dal temperamento in anticipo sui tempi. Che si tratti di una donna colta e bellissima, si evince dai ritratti appesi nei monumentali saloni a piano terra dell’edificio, arredato in stile eclettico e ornato da dipinti di pittori famosi, splendidi arazzi e tappeti persiani di raro pregio. Blanceflor, per tutti “la Principessa”, è la regina di questa dimora, nel cui salotto sono di casa letterati, artisti e diplomatici. Ma è anche la protagonista di una storia d’amore da romanzo, che vede il destino schierato al suo fianco, nonostante le rigide etichette vigenti all’interno del mondo aristocratico a cui appartiene.
Museo Boncompagni Ludovisi: il Villino
Nel viaggio alla scoperta del Museo Boncompagni Ludovisi, partiamo dal Villino, situato in via Boncompagni 18 (una traversa di via Veneto, poco distante dalla centralissima piazza Fiume). Il Villino ospita tra le sue meraviglie anche una collezione di abiti di Alta Moda firmati e donati dagli atelier di stilisti del calibro di Fausto Sarli, Sorelle Fontana, Valentino, Raffaella Curiel, Marella Ferrera, Lorenzo Riva, Renato Balestra, fino ad includere capi iconici di Enrico Coveri, Krizia, Litrico, Armani, Biagiotti, Gattinoni. La collezione di Alta Moda , completa di accessori appartenuti anche alla Principessa e intatti nel loro fascino vintage, ha iniziato a formarsi nel 1996, quando alcune celebri maison romane e due giornaliste di moda – Patrizia Vacalebri e Stefania Giacomini – diedero vita a un’associazione culturale con l’intento di creare, all’interno del Museo Boncompagni Ludovisi, il primo prestigioso Museo della Moda della capitale. Grazie alle donazioni di questi e altri stilisti d’haute couture si creò, dagli anni ’90, una collezione di abiti esclusivi sartoriali che rappresentano la storia dell’Alta Moda italiana. Un progetto che ha potuto prendere corpo – e trovare una eccezionale collocazione, tra pezzi d’arte, quadri d’autore e mobili di antiquariato – grazie alla tenacia e alle relazioni umane di un’altra notevole figura femminile: Palma Bucarelli, direttrice e poi soprintendente della Galleria Nazionale d’Arte moderna di Roma (Gnam) dal 1942 al 1975. Ma soprattutto, una donna all’avanguardia nei costumi e nello stile per il suo tempo, che ha donato al Museo un centinaio di capi del suo guardaroba, tutti perfettamente conservati e accessoriati, provenienti dalle boutique più esclusive della capitale (Nicola Zecca, Aurora Battilocchi, Sorelle Cecconi, Sorelle Botti, Antonio De Luca, Carosa, Maria Antonelli, Simonetta, Sorelle Fontana) e che scandiscono l’evoluzione del gusto e della moda italiana nell’arco di quarant’anni. Così all’interno del Museo, nel piano superiore, sono esposte numerose fotografie tratte dall’album di famiglia, che raccontano la storia di Palma Bucarelli attraverso inaugurazioni di mostre, balli e incontri culturali e mondani.
Museo Boncompagni Ludovisi: la Galleria degli Arazzi
All’interno del Museo Boncompagni Ludovisi, per gli appassionati del décor, c’è da rimanere incantati passeggiando nella Galleria degli Arazzi. Situata sempre a piano terra, o salendo al primo piano del villino, a partire dall’ambiente dedicato alla Primavera di Chini, di cui sono esposte quattro delle 18 tele che componevano il ciclo dedicato alla Primavera realizzato dall’artista e considerato una delle maggiori realizzazioni del gusto Liberty in Italia. Altri suggestivi spazi sono dedicati agli anni 30 (inclusa la stanza da bagno fatta realizzare da Andrea Boncompagni nel 1932) e al periodo tra Futurismo e Déco (che ospita un inconsueto dipinto di Balla, il ritratto di Marina Ruspoli di Berti e il ritratto dell’attore Achille Campanile, una star di quegli anni, oltre ad un tappeto con pellicani di Prampolini e a una serie di abiti charleston), fino alla più moderna delle sale, quella dedicata a Palma Bucarelli (intitolata, non a caso, La Palma dell’Eleganza), piena di abiti sartoriali ed esclusivi tra cui, custodito in una teca, un foulard in seta serigrafata con dipinto di Massimo Campigli del 1950, indossato in occasione di una premiazione a Bolzano, o una borsa di Gucci con chiusura gioiello e preziosi monili indossati in varie occasioni mondane, tra cui l’invito al Quirinale ricevuto dal presidente della Repubblica Gronchi e dalla sua consorte.
Museo Boncompagni Ludovisi: Atelier della Moda italiana
Un’altra area del Museo Boncompagni Ludovisi è il piccolo ma esclusivo Atelier della Moda italiana, racchiuso in una dimora che custodisce in ogni angolo nuovi tesori tutti da scoprire (un peccato persino camminare sui tappeti, come quello al primo piano di eccezionale manifattura iraniana), per cui vale la pena di chiedere al personale (gentilissimo e preparato) una visita guidata per apprezzare tutti i segreti e il fascino di una residenza forse unica a Roma. Sia per il valore delle opere in esposizione che per lo stato di conservazione, nonostante sia un luogo aperto al pubblico gratuitamente e senza fine di lucro. È come entrare di colpo in un’altra Roma, silenziosa e rarefatta. Un modo per riscoprire il fascino della vita nella capitale, attraverso gli usi e costumi e la sensibilità di una padrona di casa veramente speciale. Ma cosa accadde nella vita di Blanceflor Boncompagni Ludovisi de Bildt? Per scoprirlo, vi basterà andare sulla pagina della Fondazione a lei intitolata (http://blanceflor.se/about-blanceflor/su-blanceflor/) e comprendere cosa (ma soprattutto chi) ha conquistato il cuore di una principessa italo-svedese, legandolo, per sempre, alla storia del costume e della cultura di Roma.
Museo Boncompagni Ludovisi
Via Boncompagni, 18 – 00187 – Roma
Tel: +39 06 42824074
Orari: da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.00 – ultimo ingresso alle 18.00.
Web: http://www.polomusealelazio.beniculturali.it/index.php?it/246/museo-boncompagni-ludovisi-per-le-arti-decorative-il-costume-e-la-moda-dei-secoli-xix-e-xx
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