Street art: la scoperta delle periferie romane prosegue con San Basilio. Il quartiere è nato tra gli anni Trenta e Quaranta (all’epoca c’erano solo baracche senza servizi) e si è sviluppato durante la Seconda Guerra Mondiale con l’arrivo degli immigrati italiani provenienti dalle Marche, come si evince dai nomi delle strade tutti riconducibili a località marchigiane. L’area, situata nel quadrante nord-est di Roma rappresenta una porzione del quarto municipio della capitale e il territorio che la circonda, lungo la via Tiburtina, è denominato Tiburtina Valley, ricordando la Silicon Valley californiana. Qui è infatti concentrato il più alto numero di aziende tecnologiche del Lazio.
Tristemente famoso per essere diventato negli ultimi anni un quartiere dedito allo spaccio di droga, San Basilio ha saputo trovare una sua identità grazie al progetto artistico di street art SanBa, nato nel 2014 da un’idea dell’associazione Walls per la riqualificazione del quartiere attraverso opere di arte urbana e laboratori di alfabetizzazione all’arte contemporanea.
http://onthewalls.it/portfolio-articoli/sanba2014/
Il progetto SanBa è stato l’occasione per dare un’altra faccia al quartiere non solo con finalità estetiche ma anche di inclusione sociale attraverso la creatività degli street artist. Tutto, come spesso accade in questi casi, con la collaborazione degli abitanti degli stabili: riunioni di condominio, incontri, percorsi di avvicinamento all’arte urbana hanno costituito la fase di elaborazione progettuale nel segno della condivisione e della partecipazione della gente. Anche semplicemente offrendo un pasto agli artisti impegnati ore e ore a dipingere le facciate.
Street art a San Basilio: gli artisti del progetto SanBa
Il cuore del progetto SanBa è nella piazza principale delimitata tra via Arcevia e via Treia dove si può ammirare il colpo d’occhio delle sei monumentali facciate alte 14 metri realizzate a mano libera dal romano Hitnes, famoso per la rapidità nel completare i murales ispirati al mondo della natura e degli animali.
Armato di pennello perpendicolare posto all’estremità di un’asta di 3 metri è riuscito in soli quattro giorni e dipingere le facciate di due palazzine. Accanto a quella che ritrae un orso si trova una centralina dell’Enel che riprende lo stesso soggetto ma con una tecnica naif. L’autore è Tommaso un bambino che osservava in corso d’opera il lavoro di Hitnes.
L’altro grande protagonista dell’arte a San Basilio è l’illustratore e pittore (prima ancora che street artist) Agostino Iacurci, riconoscibile per lo stile ben evidente lungo via Fabriano dove si trovano i suoi murales dai colori piatti che ricordano le illustrazioni per bambini.
The blind wall ritrae un vecchietto seduto sulla sedia fuori casa che innaffia il suo piccolo orto. Un’immagine simbolica della casa/quartiere e un monito agli abitanti che devono imparare a prendersi cura del loro habitat. Altro lavoro metaforico di Iacurci è The Globe: una mano sorregge un’ampolla sferica di vetro contenente elementi naturali tipici del quartiere che trasmettono un’immagine di San Basilio come di un piccolo angolo di paradiso.
L’opera dello spagnolo Liqen raffigura un enorme rastrello che, nell’intento di eliminare i resti e le bruttezze dell’era industriale, dona nuova vita e speranza lasciando liberi metri di terreno fertile dove si intravedono alcuni timidi germogli. E’ la metafora della rinascita rurale e naturale contro una vita meccanizzata e artificiale nella quale siamo avviluppati. Emblematico il titolo: El Renacer (La Rinascita). Così come lo è quello della seconda opera di Liquen, El Devenir (Il Divenire); un affresco virato sui colori del blu che rappresenta un tripudio di fiori, piante tropicali e insetti, come una vera e propria quinta scenografica, un paradiso immaginario di grande impatto.
San Basilio: Liquen San Basilio: Liquen
Le varie strade del quartiere sono caratterizzate da interventi di muralismo espanso che hanno coinvolto anche gli alunni delle scuole. Non passano inosservati i resti di una stazione ferroviaria di legno (facente parte del progetto iniziale SanBa) mai completata e attualmente abbandonata.
L’ultimo iconico murale di San Basilio è opera del noto urban artist Blu, (che avevamo già ammirato a Ostiense). Blu raffigura il santo patrono del quartiere, San Basilio, teologo delle prime comunità cristiane e padre del monachesimo orientale. Rappresentato con barba lunga e veste d’oro il santo è colto nell’atto di fermare i poliziotti durante lo sgombero delle case occupate.
L’opera intende ricordare le drammatiche proteste di piazza per il diritto alla casa che ebbero luogo a San Basilio nel 1974 e durante le quali cadde ucciso un ragazzo, Fabrizio Ceruso. Quella data rappresentò lo spartiacque per il futuro del quartiere: da quel momento si avviò al degrado trasformandosi in una delle principali piazze per lo spaccio di droga della capitale.
Il murale di Blu, per il suo carattere provocatorio – aveva rappresentato la carica dei vigili urbani ritratti come maiali – è stato censurato dalle autorità che hanno cancellato una porzione del murale diventato un simbolo del quartiere. Non senza suscitare polemiche. Di fronte infatti alle enormi problematiche che affliggono San Basilio il comune si è prodigato a rimuovere velocemente un disegno invece di intervenire su criticità ben più gravi.
Nel quartiere c’è una piazza dedicata ai bambini, diventato il cuore di San Basilio, dove poter giocare, incontrarsi e socializzare. Al centro c’è una fontana a forma di balena e un labirinto dove potersi perdere realizzato con spezzoni di maioliche variopinte. Anche questo intervento è stato frutto di un lavoro di recupero di un luogo degradato.
Ti è piaciuto Street art a San Basilio: periferia europea con il progetto SanBa? Leggi anche:
Trullo: arte e poesia di strada (2021)
Street art romana: visita all’Ostiense District (2021)
Street art romana: Torpignattara e l’Eco Museo Urbano (2021)
Non ci sono ancora commenti