Siamo a Bergeijk, tranquillo villaggio non lontano da Eindhoven, nel cuore del Design District olandese. Qui, tra villette a schiera nella piatta pianura olandese, sorge De Ploeg, antico complesso industriale ed ex fabbrica tessile costruita nel 1959 da Gerrit Rietveld, tra i maggiori architetti e protagonisti del movimento del neoplasticismo De Stijl. La struttura, simbolo dell’architettura industriale, è l’unione armonica tra funzionalità e linearità. Dalla forma bassa, caratteristica che lo contraddistingue, l’edificio si estende per 11 mila metri quadrati, il modulo ricorda il disegno seriale di una vela, interrotta unicamente da alcune aperture caratterizzate da forme geometriche colorate. Il complesso architettonico si estende all’esterno in un parco di 12 ettari, firmato dal designer Mien Ruys. L’unione tra Rietveld e Ruys ha dato vita ad una perfetta sintesi di funzionalismo.
Dal 2 febbraio 2017, dopo oltre dieci anni di lavori di ristrutturazione, De Ploeg è divenuta la nuova sede dell’azienda Bruns B.V., considerata tra le prime cinque compagnie al mondo specializzate nella produzione di allestimenti high-tech per musei, centri scientifici, punti informativi. L’ambiente lavorativo, dove vengono progettati i grandi set-up, è un immenso open space, caratterizzato dalla presenza dell’elemento naturale del legno che si ripete modularmente ispirandosi alla forma della vela, visibile all’esterno. I dipendenti lavorano in un ambiente altamente confortevole, di grande spaziosità e benessere, dove il “dentro e il fuori” si integrano perfettamente. Usciti dalla fabbrica, nel piccolo villaggio di Bergeijk notiamo subito un altro esempio di funzionalismo: il famoso orologio quadrato, simbolo di Rietveld, così come la fermata del bus.
Proseguendo per Amersfoort, delizioso borgo medievale caratterizzato da canali e ponti che ricordano la nostra Venezia, raggiungiamo la Mondriaanhuis, una piccola casa-museo. In questo edificio nasceva Piet Mondrian il 7 marzo del 1872. Attraverso la ricostruzione del suo studio e l’immersione in proiezioni altamente accattivanti, viene raccontata la vita e il percorso artistico del grande maestro, protagonista dell’arte astratta. La sua opera rappresenta il ritorno all’essenziale attraverso l’uso dei colori primari, delle linee e della luce. Mondrian è anche tra i maggiori rappresentanti del movimento De Stijl (quest’anno si celebra il centenario della nascita) che promuoveva l’astrazione in tutte le forme e l’uso di linee e colori nettamente definiti e mostrati con chiarezza: “La forma d’arte deve essere astratta, essenziale e geometrica” era il suo motto. Chi non ricorda le famose composizioni nelle quali la ripetizione quasi monotona e geometrica di griglie nere e campiture di colore giallo, rosso, blu hanno riempito l’immaginario collettivo?
E sempre i colori primari del blu, giallo e rosso sono i protagonisti del nostro viaggio. Quei colori chiave che contraddistinguono il lavoro di Gerrit Rietveld, nel suo primo progetto abitativo: la Schröder House a Utrecht, straordinario esempio architettonico di funzionalismo. Rietveld la progetta nel 1924 per la signora Truus Schröder, vedova, e per le sue tre figlie. La signora Schröder – probabile amante di Rietveld – visse in quell’abitazione fino alla morte. “Rietveld non si propone di essere moderno: è moderno”. Certamente per quegli anni l’abitazione era qualcosa di veramente innovativo. Si narra che la Schröder non fosse soddisfatta del lavoro e non desiderasse vivere nella casa. Troppo distante dalle abitazioni dell’epoca! La casa non è stata solo pensata e disegnata dall’artista ma anche decorata nei minimi dettagli, compreso il mobilio. Un vero capolavoro di funzionalità ancora oggi attualissimo, tanto da essere eletto alla fine del 2000, patrimonio dell’Unesco. “Non serve tecnologia per costruire qualcosa di funzionale”, ripeteva l’architetto.
Ogni dettaglio è studiato nei minimi particolari. Ogni stanza è stata pensata per essere un appartamento individuale e nello stesso tempo diventare un open space, con pareti mobili che si aprono e si chiudono intervallate da grandi vetrate verso l’esterno. Spazio, luce, aria, sono gli elementi essenziali per Rietveld. Al primo piano si trova una grande finestra ad angolo, che ci fa sentire “dentro” e allo stesso tempo proiettati all’aperto, per godere appieno della natura. Era stata pensata per osservare senza barriere il grande parco di fronte. Sicuramente una delle idee più originali della costruzione, come anche l’attenzione che l’architetto, nonchè artigiano, dedica al colore di tutti i bordi dei mobili, rigorosamente neri in modo da non far trapelare lo sporco. Immancabili nel soggiorno l’iconica sedia “Rossa e Blu”, un magico incastro di legni colorati datata 1923. Il prototipo era solo di colore marrone, solo successivamente vennero inseriti i colori primari. Rietveld amava ripetere: “La sedia è la casa, l’oggetto deve essere creato considerando il senso dello spazio”. Anche la “Zig-Zag”, sedia dalla forma essenziale di una Z disegnata nel 1932 è entrata a far parte di quegli oggetti diventati leggendari nel panorama del design mondiale. Quest’anno, durante le celebrazioni dei cento anni di De Stijl, viene anche dedicata una grande esposizione all’opera di Rietveld presso il Centraal Museum di Utrecht.
Si raccomanda per gli amanti dell’arte moderna e contemporanea, durante il loro tour nel Design District olandese, di fare tappa anche al Van Abbemuseum ad Eindhoven. La collezione conta circa 3000 opere tra cui molti Picasso, Braque, Kandinsky, Chagall, oltre agli artisti del dopoguerra come Flavin, Kiefer, Buren, Kounellis, Dumas, Kormeling.
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