L’accostamento del contemporaneo al classico provoca sempre una reazione. Chi ci conosce sa che amiamo molto questo mix così suggestivo. L’abbiamo apprezzato alla Galleria Borghese di Roma con il progetto Archaeology Now dell’artistar Damien Hirst che si è divertito a collocare le sue “scoperte” sottomarine tra i quadri del Caravaggio e le sculture del Bernini. Oggi un altro artista contemporaneo approda in uno dei musei più prestigiosi del mondo: il fiammingo Vanmechelen al Museo degli Uffizi.
In un’ala del Museo va in scena dunque un esperimento simile. Enormi iguana, una tigre rossa accucciata, inedite versioni della Medusa con la testa brulicante di zanne e becchi appuntiti: è una vera e propria legione di creature fantastiche quella che popola il primo museo d’Italia nella mostra Seduzione dell’artista belga Koen Vanmechelen, ospitata nella Galleria delle Statue e delle Pitture dal 18 gennaio al 20 marzo.
Sono trenta le installazioni disseminate tra i capolavori del museo e il loro forte impatto visivo e concettuale accompagna i visitatori dall’ingresso, lungo i corridoi, alla sala del cosiddetto “ricetto delle iscrizioni” fino alle sale della pittura caravaggesca e fiamminga che concludono l’itinerario.
Vanmechelen, pittore, scultore, performer, figura eclettica i cui interessi spaziano dall’antropologia alla bioetica, dalla tutela dei diritti umani alla bio-genetica, incentra la sua ricerca sui concetti di ibridazione (delle specie animali e vegetali) e contaminazione (delle tecniche espressive e dei materiali). I lavori sono stati tutti specificamente realizzati per gli ambienti degli Uffizi e mettono a fuoco i concetti primordiali che da sempre nutrono l’immaginario umano: vita-morte, umano-divino, terreno-spirituale, naturale-artificiale.
Allestiti in dialogo con le opere della collezione rappresentano un viaggio suggestivo e spiazzante intorno all’idea di seduzione: una sorta di inno alla potenza della vita e alla forza rigeneratrice (ma anche ibridatrice e mostruosa) del mondo naturale. Nei corridoi del secondo piano, inserite nel percorso di visita degli Uffizi, tra le statue classiche le sculture della serie Temptation raffigurano imperatori, filosofi, guerrieri, eroi, divinità. Le loro teste sono ricoperte di frammenti di uova ed altri innesti organici.
Particolarmente bizzarro l’accostamento del Bambino con Gallo, gesso dell’artista fiorentino dell’Ottocento Adriano Cecioni (ordinariamente esposto alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, prestato per l’occasione agli Uffizi) con Cosmopolitan Fossil, doppia installazione nella quale il volatile si trasforma in una enorme iguana con inquietanti mutazioni. Un’opera giocata sul filo dei contrasti è anche Domestic violence: una tigre in marmo rosso a grandezza naturale adagiata su un tappeto di piume di pollo, al centro della celebre sala che accoglie il gruppo scultoreo dei Niobidi.
In mostra compare anche l’immagine dello stesso artista: l’autoritratto Ubuntu esposto nella sala degli autoritratti che lo raffigura nelle vesti di uno sciamano, intento ad osservare il visitatore attraverso una maschera di vetro. Ubuntu in lingua bantu significa “Io esisto, perché noi esistiamo”. L’opera, al termine dell’esposizione sarà donata dall’artista al museo. Concludono Seduzione la coppia di Meduse ibride in marmo e vetro, posizionate nella principale delle sale caravaggesche: le loro teste potenziano l’orrore della chioma di serpenti che incornicia il volto stravolto del capolavoro di Michelangelo Merisi.
L’esposizione è organizzata e prodotta da Gallerie degli Uffizi con Studio Vanmechelen e Fondazione Berengo. https://www.uffizi.it/eventi/seduzione-vanmechelen – www.uffizi.it
Koen Vanmechelen e il progetto Labiomista nelle Fiandre
Koen Vanmechelen nato nel 1965 a Sint-Truiden in Belgio è un artista multidisciplinare che ha iniziato la propria carriera nei primi anni ’90. Al centro del suo lavoro vi è il concetto di diversità bioculturale indagato attraverso il pollo domestico e le specie primitive dalle quali è derivato. Identità, diversità, globalizzazione, diritti umani sono i temi di attualità che si intrecciano nella realizzazione dei suoi progetti. Dalle prime sculture in legno negli anni ’80, allo sviluppo di Cosmopolitan Chicken Project, un vasto programma di ricerca finalizzato alla generazione di nuove razze di pollame, alla recente creazione di un immenso parco chiamato Labiomista dove tra grandi architetture e installazioni paesaggistiche naturali, convivono opere d’arte e animali delle specie più disparate.
Labiomista a Genk (capoluogo della provincia del Limburgo belga), unisce tutti i generi di arte. In un’area riqualificata che fu una miniera di carbone e poi uno zoo è nato nel 2019 questo futuristico progetto in collaborazione con la città: un parco aperto a tutti con animali in libertà, uno spazio per le esposizioni d’arte en plein air e una serra con specie rare di uccelli. Lo studio di Vanmechelen e gli altri edifici realizzati insieme all’architetto Mario Botta si inseriscono perfettamente nel paesaggio.
Gli animali hanno un ruolo centrale nel lavoro di Vanmechelen e l’ex zoo di Zwarberg vuole oggi essere un luogo di incontro tra tutte le specie viventi. Non stupisce quindi che ben 9000 metri quadri del Labiomista ospitino, oltre ai polli (oggetto ricorrente dei suoi studi e delle sue creazioni tanto da aver dato vita a una nuova varietà di gallina) lama, struzzi ed altri animali, lasciati liberi all’interno della riserva e nei quali i visitatori possono imbattersi durante la loro permanenza nel parco.
Labiomista è un luogo di dibattito, fucina di nuove idee ed esperimenti il cui obiettivo è quello di interrogarsi sui temi della sostenibilità ambientale e culturale puntando a modelli di sviluppo volti ad avvicinare le diverse culture, a rinsaldare e rafforzare il rapporto tra uomo e natura e ridefinire nuovi equilibri.
www.labiomista.be – www.visitflanders.com
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