L’Algeria è un paese misterioso ed evocativo, il più grande per estensione dell’Africa e tra i più ricchi del continente perché nelle sue viscere custodisce gas e petrolio, materie prime preziosissime. Il viaggio in Algeria nasce da un invito del Ministero del Turismo locale a partecipare al SITEV, la grande fiera turistica del Mediterraneo e dell’Africa a cui il governo algerino ha abbinato un viaggio stampa internazionale di 6 giorni per giornalisti e blogger di tutto il mondo.
Quale migliore occasione per un primo un assaggio dell’Algeria, paese di mare affacciato sul Mediterraneo ma anche regno indiscusso del deserto sahariano, il più affascinante del mondo.
In Algeria si è sviluppato finora un turismo di nicchia per visitatori realmente interessati a scoprire le sue bellezze e armati di pazienza. Il retaggio degli anni passati molto turbolenti con la guerra civile dal 1992 al 2002 (passata alla storia come il Decennio Nero) ha lasciato una forte impostazione su controlli e sicurezza a partire dal visto.
Oggi si può ottenere più facilmente anche in arrivo all’aeroporto solo se si è in possesso di un programma di viaggio organizzato da un tour operator locale (scordatevi il viaggio fai da te) ma l’ossessione dei controlli sarà una costante per tutto il soggiorno.
Pur con il visto in aeroporto dovrete fare lunghe attese, negli hotel passare al metal detector tutte le volte e anche nei voli interni sottoporvi a minuziose procedure di controllo dei documenti e dei bagagli. Ma ci si abitua anche a questo. Il sorriso e il buonumore degli algerini ovunque andiate renderà più leggeri alcuni intoppi, i continui cambi di programma e qualche contrattempo. Così è nel maghreb e in tutti i paesi arabi.
Fatte queste premesse l’Algeria è sicuramente una destinazione da scoprire ma affidandosi a un buon tour operator che si occuperà anche di tutte le pratiche per il visto turistico.
Durante il mio viaggio organizzato dal governo algerino ci siamo appoggiati a una valida agenzia locale di proprietà di Ahmed Bensalah, guida laureata ed esperta che propone viaggi su misura ben studiati per conoscere nel modo migliore il paese.
www.algeriatravels.com watsapp +213 770 456600
L’itinerario suggerito in questo racconto trae spunto sia dall’esperienza da me vissuta in prima persona sia dai resoconti di altri viaggiatori. In pochi giorni non sarebbe stato infatti possibile visitare tutte le località citate.
Cosa vedere ad Algeri, la città bianca capitale dell’Algeria
Algeri si raggiunge agevolmente con voli di due ore ad orari molto comodi in andata e ritorno dall’Italia. La città è stata fondata dai berberi sulle rovine di una colonia romana. Il nome arabo significa piccole isole, dal gruppo di isolotti davanti alla costa che oggi non sono più visibili in quanto inglobati nelle barriere di protezione del porto.
Algeri si affaccia sul Mar Mediterraneo ed è circondata dai monti dell’Atlante. Una città caotica, molto estesa, con oltre 5 milioni di abitanti. La parte bassa è stata costruita dai francesi, del suo piano regolatore si occupò tra l’altro l’architetto Le Corbusier.
Ospita molti edifici coloniali, tra cui la Grande Poste, uffici e i boulevard di stile hausmaniano. Ma che vi ricorda Parigi non ditelo agli algerini! Odiano i francesi che li hanno colonizzati e dai quali si sono orgogliosamente liberati nel 1962.
Il Museo nazionale delle Belle Arti nel quartiere Hamma è più grande dell’Africa e del Medio Oriente, custodisce anche una preziosa sezione dedicata agli orientalisti oltre ad alcune opere minori di Gauguin, Renoir, Monet e Degas.
La parte alta, nota come Casbah, edificata dagli ottomani nel 1500 con le funzioni di fortezza è stata dichiarata nel 1992 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Le fondamenta delle prime costruzioni risalgono addirittura al periodo fenicio, 6° secolo a. C. Una mescolanza di case diroccate e in parte ristrutturate è stata più volte set cinematografico. Il primo film girato nei suoi vicoli Il bandito della Casbah, giallo del 1937 con Jean Gabin protagonista; l’ultimo film Il primo uomo di Gianni Amelio nel 2011.
Molto caratteristico pranzare in una maison classée, una casa storica ottomana trasformata in ristorante con piatti della tradizione. Tra gli altri edifici da visitare il Palais des Raïs o Bastion 23, un palazzo reale sempre di epoca ottomana, diventato oggi museo. Non lontano si trova Piazza dei Martiri e l’antica Grande Moschea, chiusa ai visitatori ma bella anche da fuori.
Per una piacevole passeggiata c’è il Jardin d’Essai, un orto botanico tropicale di circa 80 ettari con oltre 1.200 specie di piante. Nel parco, fra palme e bambù, vale la pena passeggiare e ripercorrere le scene indimenticabili di Tarzan, la cui prima celebre versione fu girata proprio qui, tra gli alberi e le liane che resero celebre il personaggio.
Tre le costruzioni iconiche di Algeri visibili all’orizzonte e in volo dall’aereo la Grande Moschea moderna, la terza per dimensioni dopo La Mecca e La Medina, il cui minareto di 265 mt è il più alto del mondo; il monumento dei Martiri eretto nel 1982 per ricordare un milione e mezzo di caduti durante la rivoluzione contro i francesi.
La Basilica di Notre-Dame d’Afrique (Nostra Signora d’Africa) una chiesa cattolica in stile bizantino del 1855 sulla cima di un promontorio a picco sul mare. All’interno si venera una statua della Madonna in bronzo che per l’ossidazione è diventata nera.
L’Algeria e i suoi siti archeologici
La migliore gita di un giorno nei dintorni di Algeri è a Tipasa e Cherchell, entrambe antiche città di mare. Tipasa ha un parco archeologico interessante. A Cherchell nacque il glorioso impero di Marco Antonio e della figlia di Cleopatra, Selene, dopo la conquista romana dell’Egitto.
Timgad è considerata la Pompei africana. Fondata ex novo sotto Traiano tra il I e il II secolo d.C. e successivamente ampliata si trova oggi in un eccellente stato di conservazione. Lungo la strada le antiche rovine di Batna.
Costantina è posizionata a ovest, verso il confine con la Tunisia. E’ una città elegante e maestosa, con una casbah bella dove passeggiare, un museo archeologico e il palazzo di epoca ottomana di Ahmed Bey. Merita una visita anche Djemila, uno dei siti romani più spettacolari di tutto il Mediterraneo. Questa città arroccata su una collina fu abitata da legionari romani veterani e poi abbandonata e non ricostruita: l’impianto urbanistico e molti edifici sono ancora originali.
Una collezione di mosaici è esposta nel piccolo museo. Ad Annaba, circa 100km dal confine tunisino, è vissuto Sant’Agostino, il padre della Chiesa occidentale, teologo, filosofo e santo patrono dei birrai. Qui vi morì nel 430 d.C. all’età di 75 anni, poco prima che i vandali saccheggiassero e bruciassero la città.
Orano è una vivace città costiera con un mix di influenze francesi, arabe, spagnole e ottomane. Albert Camus vi ambientò il romanzo La peste. Si trova a 430 chilometri a ovest di Algeri. E’ un importante centro economico, industriale e portuale. Famosa per la sua architettura moresca ha molti edifici storici che risalgono all’epoca coloniale francese.
Tra i simboli di Orano la grande moschea e il santuario di Santa Cruz. Orano è anche la capitale della musica Raï, un genere popolare dell’Algeria che ha prodotto molti artisti famosi. Altra attrazione le spiagge: les Andalouses e la spiaggia di Madagh.
Il sud dell’Algeria e il deserto del Sahara
Non si può programmare un viaggio in Algeria senza pensare di vedere il deserto. Il Sahara occupa il 90% della superficie dell’Algeria e offre paesaggi sempre diversi e ricchi di fascino. Qui vivono i Tuareg, nomadi che attraversano il deserto a dorso di mehari, i dromedari africani.
Le tappe di un viaggio nel sud algerino devono comprendere l’oasi di Timimoun, dove inizia il Grand Erg Occidentale, crocevia storico di merci e diversità culturali. Una città di edifici color ocra circondata dal verde delle palme e dalle dune arancioni del deserto.
Timimoun si trova a 1200 km a sud di Algeri, ma si può pianificare una tappa ancora più a sud per altri 1200 km fino a Tamarasset dove esplorare il deserto e il massiccio dell’Ahaggar con le pitture rupestri risalenti al neolitico.
Gli ksar sono villaggi fortificati sparsi nel deserto algerino tra oasi e dune. Il paesaggio cambia continuamente e risalendo verso nord si arriva a El Golea (El Meniaa) e poi Ghardaia, diversa dagli insediamenti del nord ma anche da altre regioni sahariane: piccole case strette fra loro, viuzze tortuose ed edifici di fango. Uno stile urbanistico al quale anche Le Corbusier si è ispirato per realizzare alcune sue opere in Francia.
Siamo nella regione dello M’Zab e tra queste falesie calcaree si insediarono nell’XI secolo gli ibaditi, un popolo berbero che scappava dalle invasioni. Una dopo l’altra costruirono le 5 città più antiche, la cosiddetta Pentapoli e Ghardaia (insieme a El Atteuf) ne è l’esempio più rappresentativo.
Ghardaia è anche il centro principale e storicamente il crocevia commerciale più importante di tutto il deserto sahariano algerino: la visita al souk è un’esperienza suggestiva. Troverete i migliori datteri di tutta l’Algeria a un prezzo conveniente.
La regione è anche caratterizzata da rigogliosi e produttivi palmeti, dotati di ingegnosi sistemi idrici. Durante l’estate e l’inizio dell’autunno, il momento più caldo dell’anno in cui le palme sono in frutto, le famiglie si trasferiscono in queste oasi per godere dell’ombra e per la raccolta dei frutti.
Tra Ghardaia ed El Golea è possibile mangiare all’interno di oasi dove sorgono piccole strutture ricettive d’atmosfera con ristoranti sotto le tende berbere e il the alla menta servito dai tuareg accompagnati dagli immancabili dromedari. A El Golea si trova la tomba di Padre De Foucault, il religioso francese che amava i tuareg. Visse lunghi anni nel Sahara e vi morì ucciso da uno di loro.
Dove dormire e cosa mangiare in Algeria
Ad Algeri El Djazair (ex Saint George) è un hotel 5 stelle situato tra l’aeroporto e il centro città. La struttura, pur essendo datata, ha il suo fascino. Le stanze sono spaziose e panoramiche. L’albergo ha vari ristoranti al suo interno e una terrazza per gli aperitivi. Essendo l’Algeria un paese di fede musulmana l’alcol viene servito e si può consumare solo all’interno degli hotel. In generale le strutture alberghiere in Algeria sono moderne ma con poca manutenzione e le stanze spesso hanno problemi.
Quando andare in Algeria
La primavera e l’autunno sono le stagioni ideali per visitare l’Algeria. Gli inverni lungo la costa mediterranea possono essere freddi e umidi e le notti nel deserto gelide. Meglio evitare l’estate quando le temperature nel Sahara possono raggiungere i 50 gradi. La primavera e l’autunno offrono il clima ideale per le escursioni e i prezzi degli hotel sono inferiori al picco estivo. Un altro periodo che forse è meglio evitare è il Ramadan: trovare del cibo diventa problematico e i mezzi di trasporto diminuiscono.
L’Algeria dista dall’Italia circa due ore di volo ed è un’ora indietro come fuso orario. Le carte di credito sono poco utilizzate ma non ci sono problemi a cambiare gli euro con i dinari algerini, meglio se nei cambi non ufficiali (fatevi consigliare da una guida) dove la conversione è più vantaggiosa. La popolazione parla correntemente arabo e francese, molto diffuso è l’inglese.
Cosa mangiare in Algeria
La tradizione gastronomica algerina è profondamente influenzata dalla cultura araba e berbera. Il piatto più caratteristico è il cuscus: la consistenza e dimensione della semola varia da regione a regione ed è accompagnata da carne di agnello, pollo, pesce e verdure; altre specialità sono le tajines, gli involtini bourek di carne e patate, la zuppa vegetale o di carne chorba. Molto saporite anche le lenticchie piccanti. Ottimi i vini locali, in particolare il rosé.
I dolci invece sono ricchi di sciroppi e zuccheri e risultano stucchevoli. Una raccomandazione che è sempre valida in tutti i paesi del Nord Africa. Evitate di bere acqua che non sia sigillata in bottiglia (da usare anche per lavare i denti). Evitate il ghiaccio e in generale tutti i cibi freschi, dalle insalate alla frutta già tagliata.
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