Siete alla ricerca di un luogo dove consumare un pranzo di lavoro veloce ma di qualità, in un contesto suggestivo e a un prezzo non esagerato? Il break ideale su una delle terrazze più panoramiche di Roma è da Settimo Roman Cuisine & Terrace, il ristorante al settimo piano dell’hotel Sofitel Rome Villa Borghese (gruppo francese Accor) a via Lombardia, in zona via Veneto a Roma.
Settimo Roman Cuisine & Terrace: il pranzo romano
Qui abbiamo provato il pranzo romano, una formula concepita per una durata massima di 45 minuti, veloce e gustosa con affaccio sulla grande bellezza. Prevede due opzioni legate alla stagione con prodotti freschissimi e a chilometro zero che richiamano la tradizione laziale ma con creatività. E’ questa la filosofia dello chef salernitano Giuseppe D’Alessio, dal 2011 alla guida della cucina del Sofitel Villa Borghese.
Settimo Roman Cuisine & Terrace è una terrazza-ristorante coperta d’inverno e scoperta l’estate. Tappezzerie, arredi e colori richiamano un giardino d’inverno stile jungle-chic. La posizione è unica e lo sguardo è libero di vagare tra cupole, antichi palazzi, chiese e il parco di Villa Borghese.
Tutti i giorni dal lunedì al venerdì a partire da mezzogiorno lo chef D’Alessio propone due formule di light lunch, ciascuna di 2 portate: la prima a 29 euro (antipasto e primo), la seconda a 41 euro (antipasto o primo e secondo) acqua e caffè inclusi.
Tra i piatti forti l’appetitoso Mini supplì con crema di pecorino, i classici fiori di zucca fritti, le Mezze Maniche alla Amatriciana, il Filetto di vitello a mo’ di saltimbocca con cicoria e stracotto di cipolla. Nella carta anche portate di pesce come l’Insalata di polpo, sedano, olive e limone e il Filetto di orata, con verdure alla griglia e olio al limone.
Il sabato e la domenica, invece, si pranza solo à la carte con l’aggiunta di un piatto speciale pensato dallo chef per il weekend.
Territorialità e stagionalità sono le parole chiave della proposta gastronomica del ristorante Settimo Roman Cuisine & Terrace. L’obiettivo dello chef è lasciare un ricordo piacevole raccontando Roma e il Lazio attraverso il cibo e le materie prime, selezionate e controllate accuratamente per offrire sapore ed eccellenza. I piatti sono semplici e insieme creativi, realizzati con pochi ingredienti e senza lunghe preparazioni.
Un omaggio alla cucina italiana molto amata anche dalla première dame di Francia, Brigitte Macron che in un recente pranzo ha apprezzato il primo piatto di Cacio e Pepe.
Settimo Roman Cuisine & Terrace
www.settimoristorante.it – https://all.accor.com/hotel/1312/index.it.shtml
Villa Medici e l’Accademia di Francia
A pochi minuti a piedi da Settimo e dal Sofitel c’è un’oasi di Francia a Roma. E’ Villa Medici, perla architettonica del Cinquecento che ospita dal 1800 l’Accademia di Francia, l’istituzione culturale francese fondata da Luigi XIV nel 1666 con la missione di accogliere borsisti e artisti per accrescere la loro formazione culturale.
Dal 1803 ha sede a Villa Medici, una residenza cinquecentesca progettata dall’architetto Giovanni Lippi e ampliata da Bartolomeo Ammannati nel 1576 su commissione del cardinale Ferdinando de’ Medici che la acquistò.
Sorge sulla collina del Pincio ed è circondata da un parco di sette ettari. Dalla terrazza del Belvedere si gode un panorama spettacolare su tutta la città. Ferdinando de’ Medici, cardinale già a tredici anni, nonché collezionista e mecenate affidò all’architetto fiorentino l’ambizioso progetto di trasformare la residenza in un palazzo che fosse quanto più scenografico dove poter esporre la propria collezione e organizzare feste danzanti per i suoi ospiti. Lo stile sobrio della facciata esterna contrasta con quello della facciata interna decorata da ghirlande, maschere, statue e bassorilievi.
L’affaccio è sulla loggia e verso i magnifici giardini divisi in sedici aiuole quadrate dove trapelano sculture e fontane. Nel 1961 il pittore Balthus fu nominato direttore della Villa e intraprese una grande campagna di restauri ispirata al modello rinascimentale.
Da non perdere è la visita agli appartamenti del cardinale con le tre stanze affrescate da Jacopo Zucchi: la prima dedicata agli Elementi, la seconda alle Muse e la terza agli Amori di Giove. Quest’ultima raffigurava dei nudi integrali che furono rimossi nel Settecento perchè considerati troppo eccessivi e il soffitto è stato sostituito, di recente, da un volo di farfalle, particolare opera site-specific realizzata dell’artista italiano Claudio Parmiggiani (n.1943).
Lungo il percorso dei giardini si trova lo studiolo chiamato anche Stanza degli uccelli. L’ambiente è interamente affrescato con il tema delle grottesche dallo stesso Jacopo Zucchi. Merita una visita la Terrazza del Bosco (non sempre accessibile), che offre una vista teatrale sulla villa e sui giardini.
L’Accademia di Francia mantiene fin dalle sue origini la funzione di ospitare artisti, creativi, musicisti, scrittori, ricercatori in residenze annuali o periodi più brevi; realizzare un ricco programma culturale e artistico che abbraccia i vari campi dell’arte rivolto ad un vasto pubblico; far conoscere la propria collezione e il patrimonio architettonico e paesaggistico.
Varie le iniziative nel campo delle arti contemporanee con mostre e festival annuali e una serie di inediti appuntamenti come I giovedì della Villa o Art Club in cui gli artisti chiamati lavorano su progetti ispirandosi al luogo.
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