Immaginate un luogo con più di 300 giorni di bel tempo l’anno dove “non esiste un sabato senza sole”. Aggiungete i colori degli edifici e delle automobili, l’allegria della salsa e la simpatia della gente. Benvenuti a Cuba, l’isola più grande dei Caraibi, (è lunga 1300 chilometri da est a ovest, quanto l’Italia): un crogiolo di razze, culture, stili. La culla della “dolce vita” americana degli anni ’50, ma anche – all’epoca – crocevia della droga in mano ai grandi clan della mafia statunitense.
Fino alla rivoluzione di Fidel Castro del 1959, che ha “ripulito” l’isola dalla criminalità, ridisegnato la società, redistribuito la ricchezza tra gli 11 milioni di abitanti e impedito la distruzione e speculazione. Tutto è di proprietà pubblica e sotto l’ombrello statale. Il destino economico di Cuba è però legato all’embargo commerciale proclamato (e tuttora in corso) da Kennedy nel 1961 dopo il fallimento del tentativo americano di riprendere il controllo di Cuba , culminato con la disfatta della Baia dei Porci. Da allora l’isola è rimasta cristallizzata nel tempo, ferma in un limbo da cui emana quel fascino vintage così apprezzato dai turisti di tutto il mondo.
Cuba: alla scoperta de l’Avana
Abbiamo trascorso una settimana nella capitale, “la splendorosa” Avana, come era definita, in occasione dei 500 anni della fondazione della città da parte dei conquistadores spagnoli – per l’avvenimento è stato lanciato l’hashtag #habana500 – celebrati il 17 novembre del 2019 con una serie di festeggiamenti. L’invito è arrivato dal Ministero del Turismo Cubano che ha selezionato Sorelle su Marte, per seguire questo meraviglioso evento.
Ero già stata a Cuba, tra l’Avana e Varadero 20 anni fa, e la percezione dell’isola non era stata entusiasmante. L’ho rivista dopo tanto tempo con occhi diversi , cercando di capire le ragioni della storia e ho scoperto una bellezza in bilico ma dal grande fascino, dove la popolazione, con la sua voglia di vivere, di sorridere e di affrontare le avversità quotidiane, rappresenta il grande valore aggiunto. Un’energia enorme che arriva dal sole caldo, dai colori sgargianti, dalla gentilezza e dai sorrisi.
Un punto di forza è senz’altro la sicurezza. L’Avana (e in generale tutta l’isola) è super sicura. Non esiste criminalità e i turisti (anche donne sole) possono girare tranquilli senza l’ansia di essere derubati o ingannati e senza doversi guardare continuamente le spalle.
Questa è l’Avana: 2 milioni e mezzo di abitanti, un concentrato di buonumore che trasuda da ogni angolo, cortile, auto. Il parco macchine è davvero incredibile. Migliaia di americane Buick, Cadillac, OldsMobile di ogni foggia e colore, percorrono le strade della città. Pensavo che fossero solo un retaggio ad uso e consumo dei turisti. Sono invece la realtà. Esistono pochissime auto moderne a causa dell’embargo. E i cubani hanno dovuto fare di necessità virtù, riadattandole, restaurandole con pezzi di ricambio di fortuna e mantenendole perfettamente funzionanti.
Cuba: Cosa vedere a l’Avana
La scoperta de l’Avana non può che partire dal centro storico, l’Avana Vieja, diventata nel 1982 patrimonio Unesco. Già da diversi anni il governo cubano ha avviato progetti di restauro degli edifici sotto la supervisione dell’historiador Eusebio Leal, uno dei massimi esperti architetti dell’isola. E’ molto frequente incontrare cantieri aperti con operai al lavoro sulle impalcature per rimettere a nuovo le facciate con i loro tipici colori pastello. Il business delle costruzioni (soprattutto nella parte ovest della città) grazie all’ingresso di capitali stranieri e alla creazione di società miste pubblico-private, è molto fiorente così come quello delle ristrutturazioni.
Gli edifici brillano con le loro tonalità cromatiche : le vernici sono realizzate dall’azienda di stato Vitral che sta sperimentando, anche con la collaborazione dell’impresa italiana Boero, una serie di nuovi prodotti, particolarmente resistenti alla salsedine marina.
Un giro a piedi ideale potrebbe toccare Piazza della Cattedrale, edificio-simbolo fresco di restauro. La facciata è barocca, progettata dal Borromini e realizzata con pietra locale estratta vicino al mare. Si possono intravedere conchiglie e madrepore incastonate.
E’ bello passeggiare senza mappa e lasciarsi catturare dai colori e dalle situazioni più curiose in Plaza de Armas, Plaza Francisco de Asis, Plaza Vieja, calle Obispo, calle Cuba, calle San Ignacio, l’hotel Ambos Mundos (dove soggiornò per un lungo periodo Hemingway), la vecchia farmacia, ancora aperta al pubblico, la Bodeguita del Medio, dove lo scrittore americano amava sorseggiare il suo mojito (fatto con “yerba buena”, una menta selvatica) mentre al Bar Floridita, lo aspettava il celebre daiquiri.
Vi segnalo anche il Callejon de los Peluqueros, il vicolo dei barbieri oggi recuperato con ristorantini e un piccolo museo dedicato all’arte della barberia, ancora aperto ai clienti per taglio e piega dei capelli. Proseguendo a piedi si raggiunge il Parque Central dove spicca l’elegantissimo Gran Teatro de l’Avana in stile liberty, tempio del balletto classico e il Capitolio, l’edificio neoclassico sede del Parlamento, chiaramente ispirato al Campidoglio americano di Washington. Per maggiori informazioni: artecorte.org
Con un taxi vintage si può poi raggiungere Plaza de la Revolucion, la spianata iconica de l’Avana circondata da edifici governativi. E’ il centro politico e amministrativo di Cuba. Qui potrete scattare la foto della famosa effigie di Che Guevara con lo slogan “hasta la vitoria siempre”. Nella piazza si staglia anche un obelisco, il memoriale di Jose Martì, eroe nazionale cubano. Si tratta dell’edificio più alto de l’Avana: nessuna costruzione, vecchia e nuova può superare la sua altezza.
Una bella vista dello skyline de l’Avana si può cogliere dal Morro, la Fortezza del ‘700 che sorge sull’isola di fronte a l’Avana. L’abbiamo visitata di sera per assistere al rito in costume d’epoca del colpo di cannone, che si ripete ogni giorno alle ore 21, come nel passato.
A 15 chilometri da l’Avana (raggiungibile con un taxi) si trova la Finca Vigia, la villa di campagna dove visse per 20 anni Hemingway (soprannominato dai cubani el papa) con la sua seconda moglie, 4 cani (sepolti nel giardino con relative lapidi) e 100 gatti. Lo scrittore, che amava scrivere a macchina in piedi, fece costruire accanto alla residenza, una torretta da cui ammirava il profilo della città al tramonto, quando riceveva le sue amiche…
Se cercate infine una spiaggia potrete spingervi fuori da l’Avana per una trentina di chilometri dove troverete quella attrezzata di Santa Maria.
Cuba: l’Avana e il Malecon
Vogliamo dedicare un paragrafo al Malecon, il celebre lungomare urbano. Se chiedete a un cubano de l’Avana che vive fuori dal paese: “cosa ti manca di più?”, la risposta è sempre la stessa: il Malecon. Nove chilometri di costa sferzata dai venti e dalle onde dell’oceano che invadono spesso la strada a scorrimento veloce.
Quando il mare è molto mosso il traffico viene interdetto. E bambini e adulti si divertono a giocare con le spruzzate d’acque. Vale la pena fare una passeggiata sul Malecon, respirare la salsedine e immaginare il senso profondo di libertà che quel mare può ispirare in un cubano. Durante i festeggiamenti per i 500 anni de l’Avana il Malecon è stato teatro di concerti, feste, spettacoli e fuochi d’artificio.
Cuba: Street art e musei da vedere all’Avana
Ovunque, passeggiando nel centro storico de l’Avana è possibile imbattersi qua e là nei murales che raccontano la vita dell’isola e che aggiungono colore a colore. Due siti in particolare sono dedicati alla street-art. Il Callejon de Jamel, una strada pedonale coloratissima piena di botteghe dove prevale lo stile afro-cubano delle decorazioni e Fusterlandia dal nome del suo creatore, l’artista cubano Fuster che ha rivestito pareti e muretti con materiale di risulta creando mosaici. La casa di Fuster è visitabile e ricorda il Giardino dei Tarocchi, per chi lo conosce, di Nick de Saint Phalle a Capalbio.
Sempre per gli appassionati di arte consigliamo il Museo de Bellas Artes, con la sezione degli artisti contemporanei cubani, mentre il Museo Nacional de Bellas Artes (all’interno di un edificio art decò) propone una panoramica più storica. Per i più nostalgici, il Museo de la Revolucion racconta le imprese degli eroi cubani e del leader maximo.
A metà tra museo e shopping c’è il Palacio de Artesania nel centro de l’Avana per la dimostrazione sui famosi sigari, los habanos: da come si impugnano alle varie caratteristiche (ne esistono 257 specie suddivise in 27 marche), da accompagnare a un buon bicchiere di rum cubano, chiamato ron, considerato dai cubani una medicina, le cui fasi di lavorazione sono ben raccontate al Museo del Ron Havana Club, il brand di rum più famoso dell’isola.
Cuba: la salsa cubana
La colonna sonora di una giornata a l’Avana è la salsa. Un ritmo che riecheggia ovunque, passeggiando nei vicoli della città ed entrando in qualsiasi ristorante o locale. Trasmette gioia di vivere, sorrisi, colore. Abbiamo avuto la fortuna di assistere a due spettacoli di professionisti della salsa.
Al Salon Rojo e al Tropicana. Nel primo si sono esibiti artisti del famoso gruppo Buena Vista Social Club, mentre il Tropicana è una vera istituzione: da 70 anni mette in scena ogni sera i suoi spettacoli dai costumi sfavillanti, musica dal vivo e cantanti straordinari. Si può cenare prima della show. Il locale si trova su una collina, è all’aperto, immerso nella foresta tropicale ma c’è una sezione al chiuso in caso di pioggia. Da non perdere!
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