Birmania: Mingalarbar, Jay zu deh... Buongiorno, grazie…
Queste espressioni vi diventeranno molto familiari durante e dopo un viaggio in Birmania oggi Myanmar. Un paese in grado di stupire anche il turista più disincantato e avvezzo ai viaggi. Non si può non rimanere rapiti dalla gentilezza, dolcezza, dai sorrisi e dalla dignità di questo popolo che ti accoglie in modo semplice e ti conduce con gioia a scoprire la propria spiritualità.
Un “Viaggio” con la “V” maiuscola quello in Birmania, per la sua valenza culturale e antropologica (il paese annovera ben 135 etnie) e la cui riuscita dipende per buona parte dalla guida e dal tour operator locale. Così è accaduto grazie ai nostri due angeli custodi: Myo Min Zaw e Aung Myo Oo (titolare dell’agenzia locale Advanced Zealous Travel) che ci hanno assistito durante tutto il viaggio.
Sarà un racconto breve sulla Birmania il mio, preferisco darvi solo alcune suggestioni per solleticare la vostra curiosità e convincervi a visitare questo splendido paese in grado di lasciarvi tanta bellezza nel cuore e nella mente.
Un itinerario di 8 giorni (7 notti) comprende la visita della capitale Yangon, Bagan l’antica capitale dell’impero birmano, l’area di Mandalay e il Lago Inle. Per vedere il sud, altrettanto interessante, servirebbero 3-4 giorni in più.
Birmania: Yangon, cuore commerciale e intellettuale del Myanmar
Yangon, un tempo chiamata Rangoon, è la metropoli più estesa della Birmania popolata da ben 6 milioni di abitanti. Città affascinante, protesa verso la modernità con i suoi grattacieli, ma fortemente aggrappata alla tradizione che si respira nel quartiere coloniale e nel centro storico stracolmo di bancarelle e venditori di cibo.
A Yangon si trova la Shwedagon Paya uno dei siti più stupefacenti del buddismo, con uno stupa alto quasi 100 metri e rivestito da 27 tonnellate di foglia d’oro. L’intero sito, la cui origine risale a 2500 anni fa, è in realtà una cittadella sacra. Non bastano due ore per visitarla e perdersi fra i 100 padiglioni, anch’essi ricoperti d’oro. Frequentata ogni giorno da 30 mila fedeli, custodisce, secondo la tradizione, 8 capelli e varie reliquie di Budda oltre a migliaia di diamanti e pietre preziose. Obbligatorio togliersi scarpe e calzini per visitare qualsiasi pagoda in tutta la Birmania. Altra meta religiosa a Yangon è la Chaukhtatgyi Paya, all’interno di un capannone. Meno bella esteticamente ma famosa per l’enorme statua del “Budda reclinato”, attualmente avvolta da un’intelaiatura di legno per restauro. Qui viene praticato anche il culto della pietra dei desideri.
Birmania: Bagan, antica capitale del Myanmar
Tutta l’area archeologica di Bagan è una delle principali attrazioni del Myanmar. Il modo migliore per apprezzare questo sito è un volo in mongolfiera (di cui vi parliamo in un altro articolo). Di Bagan, Tiziano Terzani scrisse “E’ uno di quei luoghi che ti rende fiero di appartenere alla razza umana”. Bagan è un susseguirsi di templi e stupe di ogni specie: dorati, smaltati, incisi. Speciale all’ora del tramonto, la collina da cui si ammira il profilo punteggiato di pagode. E’ un tuffo nell’oro la visita della Shwe Zi Gon Pagoda, che si ispira a quella di Yangon. Bagan è anche il primo centro in Birmania per la lavorazione artigianale delle lacche. Molto vivace e interessante è il mercato di verdure e il villaggio di Phila-Saw dove vivono 500 persone dedite alle produzioni artigianali.
Birmania: Mandalay e il porto commerciale
Siamo arrivati a Mandalay, dopo una navigazione sul fiume di circa 8 ore fino al villaggio di Myin Mu. Prima di raggiungere Mandalay abbiamo fotografato uno splendido tramonto ad Amarapura sul ponte pedonale Ubein, un altro simbolo della Birmania. Infatti, con 1 chilometro e 200 metri è il ponte di teak più lungo del mondo. Unisce due villaggi sul lago Taungthaman e quando lo abbiamo attraversato era affollatissimo di gente in occasione dei festeggiamenti della “luna piena”.
Da visitare nella zona Mandalay la Pagoda Kuthodaw che custodisce sui suoi rivestimenti di marmo, il libro più grande del mondo (con oltre 1 milione e 200 mila parole) e il Monastero Mahagandaryone, dove abbiamo assistito alla processione dei novizi e al pranzo di 1500 monaci. Un piacevole tragitto in barca di un’ora ci porta a Mingun dove ammiriamo la campana più grande del mondo (90 tonnellate di bronzo realizzata nel 1808) e la Pagoda Bianca, unica nel suo genere in tutta la Birmania. Sembra una torta di panna montata abbagliante. Molto suggestiva al tramonto la “festa delle luci” nella Aung Daw Mu Pagoda, con migliaia di lumini accesi che, visti dall’alto, sembrano quadri viventi.
Birmania: il Lago Inle
L’ultima imperdibile tappa del tour in Birmania è il Lago Inle, raggiungibile dopo un volo di un’ora da Mandalay. Inle è un lago vivente, un piccolo mondo galleggiante dove la vita degli abitanti si svolge in tutto e per tutto sul filo dell’acqua.
A bordo di imbarcazioni allungate e strette (simili a gondole) siamo sfrecciati sul lago e abbiamo visto i pescatori acrobati (che remano con i piedi), i verdissimi orti galleggianti, il Monastero sull’acqua, chiamato “dei gatti” (che però non si vedono più) e i villaggi in cui si lavorano sigari e filato di fiori di loto, considerato attualmente il tessuto più raro e costoso al mondo. La nostra guida Myo ci ha coinvolto in un bellissimo progetto di valorizzazione delle donne, da lui curato. A bordo di piccole canoe, remate da giovani ragazze, abbiamo visto e fotografato nel silenzio e in un’atmosfera magica, un villaggio sulle palafitte. L’iniziativa si chiama Inle Canoe Lady.
Nei prossimi articoli, il racconto dell’esperienza in mongolfiera, e tutte le info necessarie per organizzare un viaggio in Birmania: dove alloggiare, cosa comprare e a chi affidarsi.
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